martedì 14 giugno 2011

Omaggio ad Aldo Onorati


“Quella notte pareva medioevo. La luna piena scendeva a diagonale dai tetti dei vicoli, con una luce lattiginosa che inondava Vallericcia ancora spoglia di case, grigio argento di filari di messi. E sul mare, sembrava che una immensa lampada illuminasse dal fondo delle acque l’ampia distesa. Noi stemmo un po’ sul ponte, a volgere lo sguardo ora verso monte Cavo, ora verso la pianura, ove ancora le industrie non avevano alzato al cielo caliginoso le ciminiere. Erano tutte vigne, con alberi di ulivo e nespoli.
Scoccava mezzanotte, e la luna a picco sugli abbaini di Palazzo di Corte dava l’idea di Castelli medioevali, in quel silenzio profondo dell’estate all’inizio, che ancora non brucia, ma da alla pelle refrigerio per il vento che viene su umido e selvaggio (Aldo Onorati, Albano addio, 1993)”
Come non commuoversi difronte a tanta poesia così soavemente espressa? Per caso mi è ricapitato in mano questo libro del 1993 custodito gelosamente nella mia libreria, così mi sono immedesimata dentro questa descrizione, ed è veramente da brividi per chi conosce il posto, ci passa distrattamente tante volte, e si affaccia dal ponte, ora punteggiato di case industrie e di traffico, solo una generazione fa, a c’erano “filari di messi”, piante di noccioli e strade di terra, forse che in una sera di estate verso la mezzanotte è ancora questo? Senza il traffico romano che cerca il mordi e fuggi della fraschetta? Con l’arguta descrizione di Onorati basta solo chiudere gli occhi, e ci si trova lì immersi nella pace e nella bellezza dei nostri meravigliosi territori, carichi di storia e ricchi di naturale bellezza, patrimonio di tutti.
Silvia Caldoni
Pubblicato su ECO 16 n17 del 10 5 2011

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