venerdì 8 aprile 2011

Articolo su Vittoria Caldoni


Vittoria Caldoni: una vita d'arte e d'amore

Il 23 marzo ho avuto il piacere di assistere alla Conferenza "Vittoria Caldoni: una vita d'arte e d'amore", Sala Nobile - Palazzo Savelli in Albano Laziale, tenuta da Rita Giuliani, Professoressa straordinaria di Lingua e Letteratura russa, presso il Dipartimento di Studi Filologici e letterari dell’Università la Sapienza di Roma. Con estrema dovizia di particolari e con vera passione ha esposto la vita di Vittoria Caldoni, una ricchezza che riaffiora dagli argini del tempo delle nostre terre. Ma chi è Vittoria Caldoni e perché suscita tanto interesse?
Vittoria Candida Rosa, nasce ad Albano il 6 marzo 1805, sesta di nove figli, (sei femmine e tre maschi) e muore in Russia dopo il 1872. Figlia di un vignaiolo di Albano (Antonio Caldoni), intorno ai quindici anni viene scoperta per la sua bellezza. Nota in tutta Europa, posa per i più famosi pittori degli anni ’20 e ’30 dell’Ottocento incarnando l’ideale della bellezza popolare italica. È ritratta da famosi artisti che soggiornarono a Roma al tempo del Grand Tour, come Bertel Thorvaldsen, Horace Vernet, Friedrich Overbeck, August Heinrich Riedel, Franz Ludwig Catel, Heinrich Maria von Hess, Julius Schnorr von Carolsfeld e Horace Fernet. È modella anche a scultori del calibro di Bertel Thorvaldsen, Johann Gottfried Schadow e Pietro Tenerani. Protagonista di una cinquantina di opere, tra disegni, quadri e sculture, anche il poeta Goethe possedeva a Weimar suo ritratto.
Fino a qui abbiamo solo note storiche, la professoressa Giuliani, ha trovato di più anche tratti del suo carattere umile e modesto, ma di rara bellezza. Tutto questo è esposto nel suo libro: “Vittoria Caldoni Lapčenko , la "fanciulla di Albano" nell'arte, nell'estetica e nella letteratura russa , Roma 1995, ricchissimo di immagini e di aneddoti circa la sua vita.
Per ripercorrere le sua vita è necessario immedesimarsi nella vita di Albano dei primi del 1800, uscita dal centenario dominio della famiglia Savelli, e passata sotto il Regno Pontificio. In quegli anni per la bellezza da incanto della natura e dell’ospitalità Albano era meta di pittori provenienti da Roma ed originari di tutta Europa. Ci sono decine di quadri che ispirati alle nostre zone fanno respirare con indicibile nostalgia di quella bellezza ormai perduta. È in questi dipinti che spicca una ragazza di rara bellezza: Vittoria. Verso il 1821 Johan F. Overbeck su commissione dell’allora mecenate e principe ereditario Ludwig di Baviera, volle raffiguare la “bella vignaiula” di Albano nel tipico costume locale, con ai piedi umili strumenti di lavoro dei campi, seduta all’ombra di una pianta e con l’aspetto di un’eroina antica. (Così ladescrive un nostro concittadino, Alberto Crielesi, nel suo libro “Albano dimenticata”). Va detto che Ludwig di Baviera era ammaliato dalla bellezza di Vittoria, e ne collezionò numerosissimi quadri, che sono ora esposti nella Pinacoteca di Monaco.
Nel suo ritratto si provano anche pittori francesi, (Vernet, dell’accademia francese delle belle arti). Qualcuno prova a descrivere la bella Vittoria di Albano che per l’armonia delle proporzioni e la purezza delle forme, oltrepassava talmente tutte le altre opere d’arte di Roma da rimanere inarrivabile per tutti gli artisti che tentano di ritrarla. Kestner impiegò otto anni per realizzare un ritratto di Vittoria che lo soddisfacesse almeno in parte, ci racconta la professoressa Giuliani.
La parabola artistica di Donna Vittoria si conclude con il matrimonio, avvenuto forse nel 1839, ma non è chiaro poiché all’epoca, nello stato papalino, non erano ammessi matrimoni tra cattolici e ortodossi, quindi tra Vittoria ed il pittore Gregorj Lapčenko, russo. Forse, ipotizza la Giuliani, partirono senza sposarsi per poi convolare a nozze al loro arrivo il Russia qualche tempo dopo. Ebbero due figli, di cui uno morì in giovane età. Suo figlio ebbe a sua volta due figli, un maschio ed una femmina, la quale morì nel 1939 nell’assedio dei nazisti a Pietroburgo. Anche il nipote, che venne in Italia per conoscere i cugini, si sposò ma non ebbe figli. E così il ramo di Vittoria si estinse. Come discendente della medesima famiglia, Caldoni di Albano, ringrazio la professoressa Giuliani per il lavoro fatto e la passione che la anima. Sarebbe interessante portare questi seminari anche alle scuole locali, per conoscere la nostra storia ed i nostri personaggi famosi.
Si sta organizzando una mostra delle opere su Vittoria ad Ariccia a breve, quindi alla fine dell’intervento la Professoressa ha esortato chiunque possieda quadri o stampe a darne notizia così da arricchire la mostra.
Silvia Caldoni

http://ecodiariccia.blogspot.com/2011/04/eco-16-n-13-del-5-aprile-2011.html?spref=bl

ECO 16 n 13 del 5 aprile 2011

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